Definizione di plastica biodegradabile o ‘bioplastica’
Per plastica biodegradabile si intende quel tipo di plastica prodotta con polimeri termoplastici che si degradano nell’ambiente in condizioni specifiche e tramite l’azione di microorganismi presenti nell’acqua, nelle biomasse o nel diossido di carbonio (metano).
In quali settori vengono usate le bioplastiche
- Packaging e imballaggi per alimenti: confezionamento, vaschette, bottiglie, contenitori ecc.
- Sacchetti, buste e shopper: sacchetti biodegradabili per i supermercati, per ortofrutta, buste per negozi e aziende.
- Prodotti monouso per ristorazione: piatti, bicchieri e posate biodegradabili.
- Agricoltura o giardinaggio: teli per pacciamatura.
- Altri impieghi: industria, settore medicale, componenti industriali, componenti elettrici ecc.
Le Normative Europee sui sacchetti biodegradabili
Sacchetti, contenitori e vaschette di plastica usa e getta rappresentano una delle fonti principali di rifiuti inquinanti. L’Unione Europea ha emesso delle Normative per contrastare l’inquinamento dell’ambiente derivante dalla plastica tramite regole e divieti applicati alla produzione, l’utilizzo, la distribuzione, la vendita o l’importazione degli imballaggi in plastica.
Normativa EN 13432 sui materiali biodegradabili e compostabili
E’ una rettifica alla predente Direttiva 94/62/EC. ed enuncia le caratteristiche dei materiali per poter essere definiti biodegradabili e/o compostabili. La Normativa EN 13432 chiarisce la differenza tra biodegradabilità e compostabilità dei materiali e il modo in cui devono essere smaltiti. In pratica, un materiale compostabile si disintegra in meno di 3 mesi, mentre un materiale biodegradabile si biodegrada al 90% entro 6 mesi.
Lo scopo principale della Normativa è quello di una drastica riduzione dei sacchetti di plastica tramite i divieti imposti nella commercializzazione e la distribuzione delle borse di plastica comunemente usate per anni da negozi o aziende e la sostituzione con le buste compostabili.